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DAYAN, MOSHE
(Deganya 1915 - Tel Aviv 1981). Militare e politico israeliano. Nato in Palestina da immigrati ucraini, militò nella Haganah e poi nelle forze speciali britanniche del capitano Orde Wingate, partecipando alla repressione della rivolta araba (1936-1939). Incarcerato nel 1939 quando la Haganah venne dichiarata fuorilegge, fu liberato nel 1941 per prender parte all'offensiva britannica contro le forze collaborazioniste francesi in Siria. Fece quindi parte dell'Agenzia ebraica, si distinse nella prima delle guerre arabo-israeliane e partecipò alle trattative d'armistizio (Rodi, 1949). Compiuti ulteriori studi militari in Israele e in Gran Bretagna e promosso generale, sostenne, in contrasto con le concezioni difensive allora in auge, la necessità di preparare le forze armate allo scontro frontale in una guerra d'attacco. Capo di stato maggiore dalla fine del 1953 preparò con i franco-britannici l'aggressione contro l'Egitto (1956). Eletto nel 1959 nelle liste del Mapai (malgrado la diffidenza di Golda Meir) fu ministro dell'Agricoltura (1959-1964). Rieletto nel 1965, nel 1967 il Mapai lo impose come ministro della Difesa, malgrado l'opposizione del primo ministro Levi Eshkol; l'esito della Terza guerra arabo-israeliana, che realizzò in pieno le sue concezioni sull'attacco preventivo, lo portò all'apice della popolarità, crollata repentinamente a causa dei rovesci subiti da Israele all'inizio della guerra del 1973. Ministro degli Esteri nel governo Begin (1977), si dimise nell'ottobre 1979 in segno di protesta contro l'esproprio di terreni arabi da destinare a insediamenti ebraici in Cisgiordania. Alle elezioni del 1981 si presentò alla guida di un nuovo partito (Telem, Rinnovamento dello stato) che ottenne due seggi e si schierò all'opposizione.

P.G. Donini


M. Chierici, Dayan, Istituto geografico De Agostini, Novara 1976; N. Garribba, Lo Stato di Israele, Editori Riuniti, Roma 1983; N. Weinstock, Storia del sionismo, Samonà e Savelli, Roma 1970.
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